Riprendo ora il discorso della scorsa settimana, con cui riferivo sinteticamente alcuni dei principali interventi avvenuti durante il 7° Forum della Cultura d'Impresa del Sole 24 Ore, e accenno alla seconda parte di quella serie di conferenze, mettendo in evidenza, tra i tanti temi trattati, i seguenti:
- il rimettersi in gioco di Manager e aziende (Carlo Bassi)
- il problema dell'occupazione giovanile (Edoardo Scarpellini)
- le imprese sociali (Plateroti, Enzo Manes, Alberto Contri)
- l'associazionismo per il Welfare (Chicca Conti Olivetti)
Il problema di manager e aziende che vogliono rimettersi in gioco
- il rimettersi in gioco di Manager e aziende (Carlo Bassi)
- il problema dell'occupazione giovanile (Edoardo Scarpellini)
- le imprese sociali (Plateroti, Enzo Manes, Alberto Contri)
- l'associazionismo per il Welfare (Chicca Conti Olivetti)
Il problema di manager e aziende che vogliono rimettersi in gioco
Questa crisi ci ha fatto capire che bisogna creare un nuovo
ordine di cose. E come possiamo fare?
Carlo Bassi, Amministratore Delegato BacktoWork24, ci
illustra il suo progetto.
Ci tiene a precisare che BacktoWork24 non è un marketplace, ma è, un luogo in cui manager
skillati e senza lavoro possono investire in una piccola azienda che vuole
portare avanti determinati progetti;
le aziende che hanno perso degli utili possono cercare manager con determinate competenze per sviluppare i progetti che hanno in mente.
le aziende che hanno perso degli utili possono cercare manager con determinate competenze per sviluppare i progetti che hanno in mente.
Dopo quattro mesi BacktoWork conta ben 165 investitori
privati e diciamo che ogni manager in media investe circa 230 mila euro per
progetto.
Questo vuol dire che il Web e il Web 2.0 possono aiutarci a
fare rete e a cercare di sanare i danni della crisi.
Si parla sempre di startup, ma anche le imprese re-start
meritano una aggiusta attenzione da parte dei media.
L’occupazione giovanile
Creare un’azienda di servizi dal nulla si può, basta fare
networking dice Edoardo Scarpellini, Amministratore Unico Falcon.
Creare un network con fornitori e partner è importante tanto
quanto ascoltare i clienti, solo così si potrà capire quali sono i veri bisogni
e i desideri ed espandere il proprio mercato.
E’ importante anche vedere i propri dipendenti come dei
collaboratori, lavorare insieme, fare network.
Continua Scarpellini: “Se non avessimo ascoltato nessuno saremmo
rimasti alla Milano card senza creare le altre card per Firenze e Venezia e
senza installare i Tourism Point in aeroporto”.
Le imprese sociali
1. Secondo Alessandro Plateroti, Vicedirettore de Il Sole 24 Ore, oggi
giorno c’è stato un allontanamento dei cittadini dalle istituzioni. I cittadini
non si sentono più rappresentati.
Dato che lo Stato non aiuta, sono aumentate le associazioni
e gli atti di volontariato da parte degli italiani.
Le imprese tradizionali hanno perso utili, mentre il
non-prof sta aumentando.
E’ importante fare
qualcosa per la società, quanto è importante comunicarlo.
L’impresa sociale deve interegire con le PA e le PA devono
interagire con le imprese sociali. E’ necessario che ci siano degli atti
strutturali di cooperazione tra i due mondi. Perché le PA non hanno soldi e
hanno bisogno di appoggiarsi appoggiarsi a strutture come le imprese sociali e
le imprese sociali potrebbero essere più pervasive nel territorio se si
confrontano con la PA.
2. La verità è che si può
fare impresa sociale dalle imprese, vediamo come.
Enzo Manes, Presidente della Fondazione Dynamo, sottolinea
l’importanza della misurazione del Social Return of Investment oltre a quello
economico. Inoltre, è anche necessario
che le imprese sociali facciano accountability: dicano cosa hanno fatto col
denaro e quali obiettivi hanno raggiunto. Altrimenti rimarrà sempre difficile
credere alla bontà delle imprese sociali.
La Dynamo dal canto suo ha creato una Dynamo Academy per
fare formazione sociale. Inoltre da qualche anno la Dynamo ha iniziato a
finanziare anche una cattedra alla Bocconi, per insegnare già da subito ai
ragazzi la responsabilità sociale.
Purtroppo la PA non ha avuto un ruolo decisivo in tutto ciò.
3. Anche Alberto Contri, Presidente di Pubblicità Progresso,
sottolinea l’importanza dell’accountability. “Il 50% delle
associazioni/fondazioni sociali sono fuffa. Per differenziarsi bisogna rendere
obbligatoria l’accountability”.
Oggi giorno le imprese non hanno soldi per campare e quindi
non ne hanno per fare campagne sociali. Nonostante ciò le imprese dei media
anche quest’anno hanno aiutato Pubblicità Progresso nell’organizzazione di una
campagna per le diversità “Punto su di te”.
Ciò che si deve tener conto però è che per avere un
cambiamento culturale e quindi un cambiamento nei comportamenti sociali ci
vuole tempo, ecco perché non basta lo spottino di 30 secondi, ma ci vuole un
lavoro a medio-lungo termine. Infatti la campagna “Punto su di te” durerà ben
due anni.
L’associazionismo per il Welfare
Secondo Chicca Conti Olivetti, Fondatrice di Fondazione Etica, le quote rosa hanno dato la
possibilità alle donne di diventare amministratrici, ma se si va a vedere i
ruoli esecutivi in Italia sono tutti ricoperti da uomini. Le donne sono
amministratrici, ma non delegate.
E’ aumentata l’età pensionabile per le donne, ma è
migliorato anche il welfare? Purtroppo no.
L’unica soluzione può venire dal privato, creando una rete
di associazioni che si sostituiscano, o meglio, vadano ad integrare il welfare
statale.
Come è possibile creare una rete di associazioni?
Tramite un networking serio e finanziamenti.
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