Come avevo accennato nell'articolo “mobile esocial network cambiano il marketing”, il mobile ha sempre più influenzato lo stile di vita delle persone, anche come
consumatori. Ne consegue che il “vecchio” marketing e le
strategie di business si stanno via via
modificando per adattarsi alla rivoluzione crescente determinata dall'utilizzo del mobile.
Prendendo liberamente lo spunto
da una lezione di +ugo benini, tenutasi al Master in “E-commerce e Business
online” alla Business school del Sole 24 Ore addentriamoci nel panorama
dell’e-commerce: cosa cambia dal fare business off-line al farlo on-line?
Cambia tanto, proprio perché le abitudini e modalità d’acquisto e d’informasi
prima dell’acquisto sono cambiate.
1. Pubblicità
La pubblicità on e off-line fa conoscere
un nuovo brand o servizio cavalcando un nuovo bisogno.
2. Ricerca di informazioni
Da questa fase in poi è l’utente che cerca
informazioni sull’azienda. I consumatori incominciano la ricerca sulla
search di Google e sugli aggregatori e circa il 97% di loro si ferma ai primi 5 risultati della SERP. Ne
consegue che le aziende hanno bisogno di un buon posizionamento su Google.
3. Analisi del comportamento
dell’azienda
Una volta trovate le informazioni sull’azienda, l’utente
si mette ad “ascoltarla”. Come si comporta l’azienda in rete? Che tipo
di atteggiamento ha verso i consumatori? Pertanto il comportamento online
dell’azienda influirà direttamente sull'opinione che l’utente di farà su
quest’ultima.
Ne consegue che l’azienda prima di andare
“online” dovrà anzitutto:
-
Aver fatto
un’attività di ascolto del mercato: quali bisogni hanno i miei
potenziali consumatori? Che tipo di prodotto o servizio potrei dunque
sviluppare? (per creare una strategia di business)
-
Dopodiché può
iniziare a pensare a creare una strategia di comunicazione/engagement con ilconsumatore senza dimenticare che i contenuti cambiano a seconda dello
strumento utilizzato: sito, app... Pertanto deve verificare sempre che questi
strumenti funzionino bene e che i contenuti siano adeguati al device per poter
sfruttarne appieno le potenzialità.
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Come ho gà spiegato in precedenza, una
particolare attenzione va data al mobile. Dal 2007 ben due milioni di persone
in Italia non navigano più nel web, ma accedono ad Internet tramite app. Quindi
il sito deve essere ottimizzato per un mobile o, meglio ancora, bisogna crearne
uno ad hoc. Cosa che molte aziende in Italia non hanno ancora capito: il 75% di
loro non ha né un sito ottimizzato per il mobile né un sito ad hoc.
4. Ascolto del parere della gente
Dopo aver “analizzato” il comportamento
dell’azienda online, l’utente si accinge ad ascoltare i pareri della gente
sul web: su blog specializzati, forum, sui social. Cosa ne pensano gli
influencer del settore? E la gente comune che ha comprato da voi, è
soddisfatta?
Ne consegue che l’azienda debba fare anche il
procedimento inverso ovvero deve andare ad intercettare quelli che sono i
siti specializzati, blog e social per portarli “dalla propria parte”. In che
modo? Non “comprandoli”, ovviamente, ma portando avanti una politica di
gestione trasparente e orientata al cliente. In Italia è ancora più importante
farlo, perché c’è un livello di diffidenza molto alto nei confronti
dell’e-commerce che spesso genera la sindrome del “non compro online perché
ho paura che mi clonino la carta”.
5. Errori da evitare da parte
dell’azienda
Quindi cosa
frena l’e-commerce? La cattiva gestione del cliente online.
L’azienda deve essere orientata al cliente sia
on-line che off-line. Il rischio, a volte, è che le aziende trattino i
consumatori che hanno acquistato online come consumatori di serie B e ne
consegue che il consumatore perderà fiducia nel brand.
Ecco un esempio
negativo: Ticketone vende biglietti per un cantante che poi annulla il
concerto. Ticketone avvisa i consumatori che hanno comprato, ma si limita a
mettere questo messaggio sul sito “Rivolgiti al tuo punto d’acquisto per
riavere il rimborso.” Ma se li ho comprati online, il punto d’acquisto è il
sito. Giusto?
Come deve fare il consumatore ad ottenere il rimborso. Questa modalità arreca un grave danno reputazionale.
Nonostante tutto, la gente compra ancora su Ticketone perché in
generale sa che ci si può fidare. Ma alla lunga queste sviste creeranno un
danno sempre reputazionale ben più alto.
6. Momento
decisionale
Arrivato a questo punto l’utente avrà acquisito
le informazioni necessarie che gli faranno decidere se comprare o meno
dal vostro e-commerce
In questa fase bisogna tener conto che anche se
l’azienda ha dimostrato di essere seria, trasparente e orientata al cliente,
possono subentrare altri fattori che possono portare l’utente a non comprare
sul vostro store online. Si tratta dello showrooming alla rovescia.
Ma cos’è lo showrooming?
Consiste nel andare in un negozio per
comprare un prodotto. Il consumatore chiede le informazioni che gli servono sul
prodotto, magari lo prova anche, ma poi lo compra online. Sono il 46% in
America.
Perché? perché volevano verificare il prodotto dal vivo, ma poi lo comprano online perché il prezzo è più basso o solo perché piace ricevere i prodotti direttamente a casa. Per una questione di comodità.
Oggi giorno, soprattutto in Italia (in America
sono il 69%), pare che la tendenza che vada per la maggiore sia invece lo
shoowrooming alla rovescia, ovvero: il consumatore si informa online, confronta
i prezzi e l’opinione che gente ha del brand (la web reputation complessiva del
marchio) e poi compra il prodotto nel punto vendita.
Perché? perché se lo compri nel punto vendita hai
diritto a più servizi, lo puoi portare a casa subito o in certi casi,
addirittura, costa meno.
Tutto dipende dalle politiche aziendali: ci sono
aziende che preferiscono puntare sull’online e altre sull’off-line, garantendo
al consumatore più servizi.
7. Condivisione dell’esperienza
Una volta che l’utente compra, spesso e
volentieri, gli piace condividere la sua esperienza sui social. Spesso
condivide tramite smartphone o tablet la foto dei prodotti comprati o inoltra
informazioni sui prodotti ad amici e famigliari. Sia che si tratti di un
acquisto off-line, che, a maggior ragione, online.
Questo punto è importantissimo, tutti gli
e-commerce dovrebbero sfruttare appieno le potenzialità social e di
condivisione che la rete offre. E’una sorta di “pubblicità gratuita” che l’utente
fa di sua spontanea volontà. Ecco perché la cosa più importante per un
e-commerce è generare lead, ovvero stabilire un contatto di fiducia e duraturo
nel tempo, che puoi può portare l’utente a comprare da voi online oppure
off-line.
- Psicologia e motivazioni d'acquisto dei consumatori online e offline
- Social Media Management, Customer Care & Shopping Online
- Customer Care su Facebook
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