Alcuni fattori
emotivi influiscono sul comportamento dei consumatori che si trovano di fronte
ad uno stimolo all'acquisto. Pertanto di questi aspetti psicologici si deve tener conto anche nel costruire un sito per l’e-commerce.
Far leva sui bisogni
Un
annuncio pubblicitario deve essere un messaggio che collega il prodotto ai bisogni dei consumatori.
I
bisogni a loro volta sono derivano tanto dagli impulsi primari (come la fame,
la sete…) quanto, ancor più nei paesi industrialmente sviluppati, agli impulsi secondari,
come la posizione sociale, il successo, l’approvazione, ecc.
Questi
impulsi secondari sono quelli che più contano nel marketing, perché solitamente
gli esperti del settore non si rivolgono con la loro pubblicità a gente che
muore di fame o manca, comunque, di beni di prima necessità.
In
secondo luogo nella scelta di un messaggio è opportuno tener conto dei motivi che spingono all'acquisto. Qui,
naturalmente, entrano in gioco quelle ricerche di mercato che sono i sondaggi
di opinioni, come anche le ricerche sulla tipologia dei consumatori.
Bisogna
raccogliere dati che ci dicano cosa
piace o non piace di un certo prodotto, cosa ha spinto a scegliere quella
particolare marca, come usano ciò che hanno acquistato, perché eventualmente hanno cambiato marca. Naturalmente con
riferimento al sesso, all'età, al livello socioeconomico, ecc.
Come
fare oggi per raccogliere tutte queste informazioni?
I social network
permettono di intercettare persone e bisogni
Un
modo per raccogliere dati utili oggi giorno è dato dalla possibilità di intercettarli
tramite i Social Network.
Infatti l'abitudine da parte di molte persone di
rendere pubblici gli eventi della propria vita è una opportunità per chi si
occupa di marketing.
Inoltre i consumatori che interagiscono tra di loro
e che condividono gli stessi interessi appartengono spesso alla stessa nella
stessa fascia di età, allo stesso stato socioculturale ed offrono perciò alle aziende
un importante flusso di informazioni che si possono tramutare in opportunità di
vendita.
Alcune
delle società più avanzate lo hanno capito ed hanno iniziato ad esplorare i
Social Network come fonte di dati e come accesso ad informazioni di carattere
demografico e socioeconomico che prima non erano disponibili o facili da
ottenere. Pochi ancora sfruttano questa risorsa, ma poiché il potenziale che
offre è notevole, ed ancora poco sfruttato, è logico ritenere che nel prossimo
futuro sarà un aspetto delle strategie social di molte aziende.
Attualmente sono soprattutto le nuove start-up ad
andare in questa direzione sviluppando algoritmi basati sui dati online; attingendo
dai dati a disposizione sui Social Network, riferiti ai comportamenti sociali e
di shopping, raccolgono interessanti indicazioni sul comportamento di potenziali clienti.
Naturalmente
tutto questo, però, non basta per sapere perché la gente compra un determinato
prodotto. Poiché ad una domanda diretta in genere risponderebbero in modo molto
razionale, pertanto è opportuno affidarsi anche alle ricerche motivazionali,
fatte da esperti del settore e applicate a campioni il più possibile
rappresentativi della popolazione cui ci si intende rivolgere. E questo è uno
dei campi delle applicazioni della psicologia.
Toccare la sfera
emotiva
Compresi
i bisogni ed analizzate le caratteristiche dei potenziali acquirenti, bisogna
pensare al messaggio da trasmettere, in modo da individuare le componenti
adatte a catturare attenzione e a sollecitare interesse..
Il
tono affettivo piacevole o spiacevole suscitato da un qualsiasi elemento di un
annuncio pubblicitario può influire sulla relazione del consumatore con il
brand; pertanto è estremamente importante curare anche questo aspetto.
Bisogna
studiare i toni affettivi associati a tutti i vari risvolti dell’annuncio: le
illustrazioni, i colori, i caratteri tipografici, la musica.
Se,
ad esempio, il messaggio è legato all'eleganza e alla raffinatezza, mentre i
caratteri tipografici scelti suggeriscono mediocrità e robustezza, gli effetti
verranno a conflitto e tenderanno ad annullarsi anziché a rafforzarsi
reciprocamente.
Il
colore
E’
nota a tutti la relazione che c’è tra colore e lo stato d’animo che può
suscitare. In genere le persone associano il rosso al fuoco, alla passione, al
sangue, al pericolo; l’azzurro al mare, ai fiumi e ai laghi che danno un senso di
tranquillità e serenità; il giallo e l’arancione al sole e al suo calore.
Nel
corso di uno studio fatto in una università americana, e riportato
sull’American Psychologist”, su un campione cui venivano presentati otto
colori e i soggetti dovevano indicare quali stati d’animo venivano suscitati, la
maggioranza riteneva il rosso eccitante e stimolante, l’azzurro e il verde
tenero e dolce. L’esperimento ripetuto su più campioni dimostrò che la maggior parte delle associazioni tra colori
stati affettivi era molto costante,
mentre una minoranza variavano a seconda delle caratteristiche demografiche
della popolazione e del livello socio economico.
La
grafica
Il
nome della marca, il messaggio scritto devono essere leggibili. La scarsa
leggibilità riduce la motivazione a leggere.
Nono
numerosi gli studi fatti dagli psicologi sulla leggibilità dei caratteri. In
sintesi:
-
caratteri
semplici vengono generalmente letti più velocemente dei caratteri gotici o di
altri caratteri con svolazzi e ghirigori;
-
l’uso
del colore sia nei caratteri che per lo sfondo influisce sulla leggibilità: le
combinazioni che rendono più lenta la lettura sono il giallo sul bianco e il
nero sul porpora e il rosso sul verde; quelle che la facilitano lettura sono il
nero sul bianco, il verde sul bianco, il blu sul bianco, il nero sul giallo;
-
la
lettura viene poi facilitata anche dalla disposizione. Per chi è abituato a
leggere, qualsiasi combinazione bizzarra nella disposizione del materiale
renderà difficile la lettura.
La
musica
Anche
la musica, come il colore, è in grado di suscitare diverse emozioni. Un brano musicale
può suscitare allegria, energia, drammaticità, tristezza.
A
seconda dello stato demografico, del ceto o del livello socioeconomico si
faranno scelte diverse. Se ci rivolge ai giovani si sceglieranno brani che sono
in sintonia con i loro gusti, mentre la musica romantica sarà più facilmente
gradita dalle donne, la classica da un ceto più colto.
Attenzione
a certe incongruenze. Una nota casa di profumi usa un brano di Mozart per
pubblicizzare uno dei suoi prodotti in uno spot tv; è un brano serio, delicato,
quasi ieratico che senza dubbio attira, ma chi conosce la musica classica si
accorge subito che è tratto dalla messa da Requiem e non può che avvertire lo
stridore tra un profumo di classe e un rito funebre.
Il
linguaggio
Le
parole vanno scelte anche in rapporto alla forma visiva e al suono che
producono nel pronunciarle.
Una
forma con curvatura dolce (es. “l”) o una forma con angoli retti (es.”k”)
suscitano diverse sensazioni che vanno tenute presenti non solo nell'elaborazione del messaggio, ma anche nello scegliere il nome della marca.
Molto
importante è anche la facilità di pronuncia. Un nome difficile da pronunciare
suscita inevitabilmente fastidio e ostilità. L’imbarazzo che deriva a causa del
timore di sbagliarne la pronuncia può spingere il consumatore a comprare una
marca concorrente dal nome più pronunciabile.
Oltre
alle parole anche altri aspetti della frase possono suscitare sensazioni
piacevoli o spiacevoli.
Frasi
brevi con, inevitabilmente, un ritmo spezzato danno l’idea di forza, brio,
vivacità. Frasi lunghe, con ritmo lento, suggeriranno nel cliente ben altre
immagini.
La
ripetitività
In
una serie di annunci vi può essere ripetitività che può riguardare: il marchio,
il nome commerciale, gli slogan, la combinazione dei colori, i caratteri dello
stampato, lo stile grafico dell’impaginazione o delle illustrazioni, il motivo
musicale. Le caratteristiche ripetute sono utili perché servono da allusione
che ricordano e riconducono all'istante al prodotto e alla società.
La
ripetizione con varianti assicura la continuità e familiarità: si tratta
dell’immagine coordinata della marca.
Le
ricerche psicologiche sui marchi di fabbrica e sui nomi commerciali si sono
interessate anche a questo, non solo, ma hanno prestato attenzione anche ai nomi
commerciali generici e, di conseguenza alla confusione tra i nomi commerciali
per verificare l’effetto e le reazioni che provocano sui consumatoti.
Commenti
Posta un commento