Il
problema
Raccolti
i dati si tratta di stabilire delle best
practices per sfruttarne al massimo le
potenzialità, con l’obiettivo, naturalmente di migliorare il proprio business.
Gli approcci possono variare, ma c'è una serie di strategie chiave che
emergono dai racconti dei markerter di successo.
Finalizzazione
della raccolta dati alla campagna di marketing
Monitorando
i propri consumatori ed analizzando cosa
cercano sui diversi device si possono poi aggregare i dati in modo da essere in
grado di offrire loro i prodotti che stanno cercando al momento giusto.
Alcuni
esempi
Target
L’azienda
americana Target, sapendo quali prodotti un consumatore sta guardando sullo smartphone e aggregando questa
informazione con il programma TV preferito o la app mobile preferita riesce a veicolare
messaggi personalizzati per promuovere il prodotto giusto attraverso il giusto canale.
E’
di grande importanza tener presente che i dettagli raccolti sul comportamento d’acquisto
dei consumatori incrociati con i dati demografici, i loro gusti ed abitudini possono
influenzare in modo significativo i contenuti di una campagna di marketing.
I
dati, infatti, ti permettono di scoprire delle nicchie di consumatori con
caratteristiche ben definite che hanno un’intenzione d’acquisto nei confronti
di un determinato prodotto.
Quando
è stato chiesto ai partecipanti al sondaggio “Cosa descrive meglio il metro
di misura dell’impatto delle iniziative di data-driven marketing” il 56% ha
risposto la fedeltà dei clienti, il 55% ha risposto la soddisfazione dei
clienti e il 54% ha citato il mantenimento degli attuali clienti.
AllState
E’ un’altra azienda americana che
fa leva sul Data-Driven Marketing. Per loro è molto importante identificare in che fase sono i
consumatori all’interno del processo d’acquisto detto anche purchasing funnel. Si tratta di
un’indagine sulle intenzioni e
probabilità d’acquisto.
Ci si chiede se si ha a che fare con un cliente che
comprerà un servizio entro l’anno o sta pensando di comprarlo adesso?
Ovviamente anche queste sono
informazioni molto importanti.
Secondo
questa azienda è cruciale identificare i diversi segmenti dei clienti target e
capire quali messaggi per loro sono più rilevanti a seconda dei loro bisogni e
delle loro aspettative.
Ha
ragione? Direi di sì e lo dimostrano senza dubbio non solo le quote di mercato
raggiunte e l’aumento delle vendite, ma anche la fidelizzazione e la
soddisfazione della clientela.
Nationwide
Anche
questa azienda ha fatto tesoro delle possibilità che vengono fornite dai dati. In
che modo? Investitendo fortemente negli ultimi due anni per migliorare il
marketing mix ed ottimizzare il media mix così da massimizzare il ROI.
E
come hanno preso questa decisione? Beh, basandosi sui feedback ricevuti.
Una
volta ancora i feedback e il marketing relazionale gioca una parte importante.
Il
problema chiave è sempre la comunicazione
Naturalmente
non basta raccogliere dati, bisogna poi essere in grado di comunicare in modo
chiaro e completo i dati raccolti dalle analytics rendendoli così accessibili a
tutti, anche a chi non è un data scientist. In breve, è la “comunicazione” una
delle competenze più importanti che si devono avere se si desidera avere
successo.
Questo
perché il lato umano è cruciale anche ai tempi dei big data. Non se ne può fare
a meno: la bravura della persona che raccoglie i dati e li interpreta è
indispensabile per estrarre dal calderone le informazioni giuste per i marketer
per aiutarli a capire meglio i consumatori.
Infatti, il 44% degli intervistati ha detto
che trovare le competenze e i talenti giusti, per questa attività, è stato uno
dei fattori positivi che più ha impattato nei loro programmi di marketing.
Al
riguardo vi sono, al momento, due scuole di pensiero:
- una
che preferisce assumere data scientist talentuosi esterni provenienti da tutto
il mondo, come ad esempio fa Target,
-
l’altra
che preferisce fare formazione interna per incoraggiare i marketer e i diversi
decision maker interni ad avere un approccio data-driven.
Infine,
dopo l’estrazione e l’interpretazione dei dati, l’ultima competenza, che è
anche l’ultima challenge del data-driven marketing, come ho anticipato prima, è
quella di comunicare ciò che si è imparato dai dati in modo completo, chiaro e
semplice così che tutti all’interno dell’azienda possano capire e possano usare tali informazioni per guidare
azioni e risultati di business.
E’
molto importante, perché, purtroppo, ad oggi
la maggior parte dei Data Scientist talentuosi non è in grado di
tradurre le proprie competenze in “storie” per i consumatori; storie che siano
spendibili in chiave sia comunicativa che commerciale. D’altro canto i marketer
non hanno ancora acquisito sufficienti competenze sulle analytics e sulla
statistica per capire a fondo cosa c’è dietro le loro campagne.
Rinnovare
creando una cultura datocentrica
A
questo punto che fare? Cambiare, rinnovare
la propria organizzazione può aiutare a diventare Data-Driven e Customer
Centric? In che modo rinnovare?
Anzitutto
v’è bisogno di un ambiente “cloud” nel quale poter centralizzare tutti i dati e
le informazioni. Poi, il marketing deve studiare come ottimizzarsi creando
nuovi modelli, gestendo la spesa e implementando i processi dei dati e, soprattutto,
tenendo presente che bisogna aver
l’abilità di gestire sia ciò che ci dicono
i dati che le aspettative dei consumatori.
Quindi,
dopo aver scelto in quali tecnologie di marketing investire, è fondamentale
creare una policy di condivisione dei dati all’interno dell’organizzazione. E’
necessario che tutti all’interno dell’azienda, dal marketing allo sviluppo del
prodotto, possano accedere alle informazioni.
Chiarito
che la diffusione di una cultura dato-centrica all’interno dell’impresa è
fondamentale, per raggiungerla è bene incoraggiare la collaborazione tra
diversi decision maker aziendali.
Ad
esempio in Nationwide i decision maker lavorano insieme per scegliere dove
investire nelle tecnologie di marketing.
Realizzato
questo processo di rinnovamento è bene pensare non solo a guadagnare quote di
mercato, ma di guadagnare quelle quote che possono dare dei profitti e dei
benefici a tutta la compagnia.
A
chi questo compito?
Ma
chi deve prendersi la briga di veicolare iniziative di data driven marketing? E
chi deve condividere i dati raccolti all’interno dell’organizzazione? Secondo
il 72% degli intervistati deve essere il CEO, secondo il 30% il Marketing Chief
e secondo il 48% il Chief Analyst Officer.
Al
prossimo post sul Data Driver Marketing! :-)
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