Dopo aver accennato all’utilizzo dei social nel Web Marketing, prendiamo ora in considerazione un altra attività di notevole importanza ed esternamente efficace nel mondo Digital: il Remarketing.
1. Cosa è e perché è necessario
Il Remarketing è una forma di pubblicità molto efficace che aumenta la Brand Awareness e Recognition attraverso un’esposizione costante del Brand, porta traffico di ritorno verso il proprio sito e migliora il ROI basandosi su di un aumento degli “user touchpoints”.
Perché è utile se non addirittura necessario? Perché quando dei visitatori, quindi possibili utenti, entrano su un sito, in maggioranza lo lasciano entro 10 secondi, mentre se si è abbastanza bravi da trattenerli per almeno 30, la probabilità che rimangano a navigare per circa due minuti si fa sempre più probabile.
E’, quindi, il miglior modo per provare a convertire un utente casuale in un potenziale cliente. E’ a questo che serve il Remarketing.
2. Diversi tipi di Remarketing
Vi sono vari tipi di Remarketing. I più noti ed utili sono:
Site Remarketing: è la forma più conosciuta, perché è anche la più semplice. Fa visualizzare all’utente un “ad” dopo che ha abbandonato il sito. Inoltre migliora il ROI basandosi su un aumento degli “user touchpoints”.
Search Remarketing: targettizza quegli utenti che stanno facendo ricerche specifiche attraverso una parola chiave o una frase e che, quindi, si presume che potrebbero essere interessati ad avere maggiori informazioni.
Social Media Remarketing: si focalizza sul far visualizzare ads sui canali social. Di conseguenza se l’utente va a visitare un e-commerce e poi va sui social, vi troverà la pubblicità di quell’azienda o di quel sito.
Siamo quindi di fronte ad una soluzione tattica efficace per affrontare e, si spera, risolvere la difficoltà di conquistare l’attenzione in un mondo sovraffollato di informazioni.
Particolarmente efficaci sono il Site Remarketing o il Search Remarketing, perché permettono di avere delle impressions molto alte seguendo l’audience su tutto il Web e non solo su uno specifico social media.
3. Come e dove fare la campagna
Per creare una campagna si possono usare dei pixel based ads per generare leads, gli ads riporteranno ad una landing page; oppure la si può basare su una lista per qualificare meglio i contatti; o ancora facendo compilare, a quegli utenti che hanno rilasciato solo pochi dati, un form più dettagliato per richiedere e ottenere maggiori informazioni.
Una volta scelta la tipologia di campagna da effettuare, bisognerà individuare la piattaforma da usare. Vediamone alcune tra le più famose.
a. Google: Google ha un “display ad network” molto vasto e altri prodotti come Gmail. Google Ads offre un ottimo servizio di Remarketing, perché permette di riproporre pubblicità ai navigatori che hanno abbandonato il sito invogliandoli così a ritornarci e creando, pertanto, una possibilità di acquisirli come utenti. I risultati sono analizzabili su Google. Analytics nei minimi particolari.
b. Facebook: Facebook permette di realizzare due tipologie di Remarketing: le campagne basate sui pixel e le campagne basate sulle liste;
Le campagne basate sui pixel permettono di raggiungere utenti anonimi che hanno visitato il sito web dell’azienda. E’ il metodo più facile da utilizzare ed anche il più comune. Permette di seguire utenti che visitano pagine specifiche del sito e che vi abbiano effettuato una qualche attività. Si basa su quante volte un utente abbia visitato il sito, determinate pagine e da dove è uscito.
Le campagne basate sulle liste, invece, permettono di raggiungere quegli utenti di cui si hanno già delle informazioni di contatto nel proprio database. E’ un metodo meno usato, perché è necessario avere l’indirizzo e-mail degli utenti ed in più. Perché sia efficace, è necessario che la lista dei contatti sia molto ampia. Inoltre, questo tipo di Retargeting è meno automatico rispetto al pixel.
4. Diversi tipi di campagna a seconda degli obiettivi
a. Awareness
Per ottenere maggiore visibilità si possono utilizzare indifferentemente sia Google che i Social perché con entrambi è possibile ricontattare gli utenti che hanno visitato il sito internet e comunicare loro determinati prodotti, informazioni ecc.
Solitamente si utilizzano gli ads basati sui pixel. Lo “svantaggio” delle campagne d’awareness è che si devono veicolare contenuti meno personalizzati a persone che non hanno ancora interagito con il brand o non sono nel proprio database e di solito ci si aspetta un CTR inferiore rispetto ad altre tipologie di campagne.
Tuttavia l’obiettivo è quello di rendere i prospect consapevoli del proprio business: impression e engagement sono dei metodi di misura accettabili per questo tipo di campagna.
Spesso le campagne d’awarness precedono obiettivi di conversione.
b. Conversion
Per generare dei lead si fa una campagna con lo scopo di conversione. In che modo? Si possono usare dei pixel based ads per generare leads, gli ads riporteranno ad una landing page, oppure creare una campagna basata su una lista per qualificare meglio i contatti. Vi sono utenti che hanno rilasciato solo pochi dati? Si chiederanno maggiori informazioni facendo compilare loro un format dettagliato.
Abbiamo utenti che hanno scaricato del materiale dal sito? Per loro si possono creare degli ads per invitarli ad un incontro gratuito con il referente commerciale di zona.
Infine,indipendentemente da quale sia l’obiettivo della campagna, è giusto che tutto (landing page, sito e form) sia coerente con lo step del funnel purchaising a cui ci si sta rivolgendo.
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